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Forum >> Italian Meeting Point - Army Guide >> Termine del giorno
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stemma 10:38 05.05.2007 |
Termine del giorno – Tiratore scelto.
Un tiratore scelto è un soldato addestrato ed equipaggiato per colpire con precisone bersagli molto distanti. In ambito militare un tiratore scelto è fornito di un fucile ad alto potenziale con un mirino telescopico, che gli permette di identificare i bersagli a distanze dell'ordine di svariate decine, quando non centinaia di metri.
Nei conflitti moderni è invalso l'uso della parola cecchino, termine dispregiativo che identifica un tiratore scelto nascosto e isolato, pronto a fare fuoco su soldati nemici troppo esposti durante una battaglia, o sui semplici passanti – tipicamente forze dell'ordine, ma anche civili – durante una fase di guerriglia urbana. |
stemma 10:20 24.05.2007 |
Termine del giorno – Dragone.
Il Dragone indicava, nel XV secolo, un archibugiere a cavallo; più tardi questo vocabolo si utilizzò per designare un soldato di una specialità della cavalleria.
I dragoni erano organizzati non in squadroni come la cavalleria ma in compagnie come la fanteria, da cui i loro ufficiali provenivano. La flessibilità derivante dall'essere in pratica una "fanteria a cavallo" li rese un'arma efficace, specie quando impiegati per quella che oggi verrebbe definita "sicurezza interna" per fronteggiare il contrabbando, la guerriglia o i disordini civili. Un reggimento di dragoni era anche meno costoso da costituire e mantenere rispetto ad un reggimento di cavalleria; d'altra parte in rapporto a quest'ultima i dragoni si trovavano in condizioni di svantaggio, perciò costantemente cercarono di migliorare la propria capacità equestre, i propri armamenti, ed anche lo status sociale, ai livelli della "sorella maggiore". |
stemma 09:26 23.07.2007 |
Termine del giorno – Ussaro.
Unità di cavalleria leggera. Il nome viene dall'ungherese Huszár che significa "ventesimo": nel periodo rinascimentale una recluta su venti dell'esercito ungherese veniva destinata alla cavalleria.
Gli ussari furono introdotti in Francia da Luigi XIII.
All'inizio, l'equipaggiamento dell'ussaro era composto da una sciabola da cavalleria, dalla lancia e da una armatura leggera. L'attacco principale era costituito da una carica compatta con la lancia contro le truppe della fanteria. Essi erano impiegati sia per la ricognizione che per le incursioni per approvvigionare l'armata durante la marcia. In combattimento la loro funzione era sia non dare tregua al nemico, che impadronirsi delle batterie dell'artiglieria o inseguire le truppe in ritirata. |
stemma 08:57 08.08.2007 |
Termine del giorno – Sciabola.
La sciabola è un'arma con cui si può colpire di taglio, controtaglio e punta. Deriva dall'omonima arma di cavalleria, nella forma usata dagli Ussari nel periodo napoleonico. Padre della moderna sciabola sportiva viene ritenuto l'italiano Italo Santelli (1866-1945), il quale, trasferitosi in Ungheria nel 1896, adattò gli insegnamenti della scherma italiana alla tradizione magiara di sciabola. |
stemma 16:45 26.08.2007 |
Termine del giorno – Lanciafiamme.
Il lanciafiamme è un'arma utilizzata per incendiare vaste zone; utilizza miscele combustibili, spesso a base di petrolio, dato che la benzina, molto più infiammabile, è più pericolosa per il soldato che sta usando l'arma.
Il moderno lanciafiamme (Flammenwerfer) fu inventato in Germania, probabilmente dallo scienziato Richard Fiedler, che ne sottopose un prototipo alla valutazione dell'esercito tedesco nel 1901. Non venne adottato prima del 1911, quando fu creato un reggimento specializzato basato su dodici compagnie equipaggiate con Flammenwerferapparate.
Fu utilizzato in guerra per la prima volta il 25 giugno 1915 contro i francesi; il 30 luglio 1915 fu impiegato contro le trincee britanniche ad Hooge, con un successo parziale ma significativo.
Si rivelò molto utile quando bisognava stanare dei nemici ben nascosti o portare alla resa un nemico notevolmente resistente, era però più adatto alle incursioni nelle trincee nemiche che per aiutare i soldati ad attraversare la terra di nessuno.
Similmente ai gas asfissianti e vescicanti, il lanciafiamme oltre ad avere un puro scopo bellico ebbe anche un impatto psicologico devastante sulle truppe, i cui soldati erano terrorizzati alla sola idea di trovarsi davanti un flammiere armato. Quest'ultimo tuttavia non entrava in azione spesso, sia per la vulnerabilità (per maneggiare un lanciafiamme bisogna stare in piedi, quindi allo scoperto), sia per il fatto che il nemico spesso alla sua vista arretrava fuori dal raggio d'azione dell'arma.
Venne anche utilizzato dagli statunitensi durante la guerra del Pacifico, per incendiare la vegetazione dove il nemico nascondendosi diventava pressoché invisibile. Il suo utilizzo è stato più volte criticato, visto la dolorosa e terribile morte che comporta, oppure alle terribili ustioni che lascia, tuttavia è ancora utilizzato da quasi tutti gli eserciti e ha anche ispirato altre armi che fanno uso della combustione come il napalm e il fosforo bianco. |
stemma 17:12 26.08.2007 |
Termine del giorno – Napalm.
Il Napalm è un derivato dell'acido naftenico o naftoico e dall'acido palmitico, che si trova per esempio nelle noci di cocco usato per costruire bombe, mine e combustibile per i lanciafiamme.
Il nome NAPALM è un acronimo che deriva da NAftenico e PALMitico.
Il napalm è altamente infiammabile; grazie alle sua composizione di sodio e fosforo brucia sia all'aria che nell'acqua e viene usato come arma soprattutto nel corso di bombardamenti aerei. Venne utilizzato in larga scala nella Guerra del Vietnam.
Più tardi il Napalm venne migliorato dall'esercito degli stati uniti prendendo il nome di Napalm II. Il Napalm II è molto più letale del primo ed è prodotto attraverso la gelatificazione del polistirolo nell'acido naftenico.
Recentemente il Napalm è stato usato nell'invasione dell'Iraq. |
stemma 17:51 09.09.2007 |
Termine del giorno – Fuoco greco.
Fuoco greco (greco Υγρό Πυρ igró pyr) era l'espressione usata per indicare una miscela esplosiva usata dai bizantini per incendiare il naviglio avversario o tutto quello che poteva essere aggredito dal fuoco.
il termine Fuoco greco era utilizzato soprattutto dai popoli stranieri, poiché i Bizantini, che si vedevano come i diretti discendenti dei romani, lo chiamavano fuoco romano, fuoco artificiale o fuoco liquido.
La formula della miscela che componeva il "fuoco greco" non ci è però ancora pervenuta; essa era nota soltanto all'imperatore e a pochi artigiani specializzati, ed era custodita tanto gelosamente che la legge puniva con la morte chiunque avesse divulgato ai nemici questo segreto. Si ipotizza nondimeno che il "fuoco greco" - la cui invenzione si attribuisce a un Greco originario della città di Eliopolis (oggi Baalbek in Siria ), di nome Callinico - fosse una miscela di pece, zolfo e calce viva contenuta in un grande otre di pelle o di terracotta ( sìfones ) collegato ad un tubo di rame, montato sui dromoni bizantini, che veniva spruzzata con una semplice pressione del piede sulle imbarcazioni nemiche oppure catapultata con appositi strumenti sul naviglio nemico. |
stemma 10:00 18.09.2007 |
Termine del giorno – Falange.
La falange è un'antica formazione di combattimento composta da fanteria pesante i cui soldati avevano lance, picche e scudi (o armi simili). Le truppe erano addestrate per avanzare in formazione allineata,in modo da creare un'impenetrabile foresta frontale di lance e un muro di scudi che coprivano le parti più vulnerabili del corpo. Questi scudi chiamati oplon, dal quale deriva il nome degli opliti, avevano un diametro di 60 cm (in alcuni casi raggiungevano anche 90 cm). Questa formazione tendeva essenzialmente a spostarsi verso destra durante le marce e questo era dovuto alla necessità degli opliti di coprire il proprio corpo con lo scudo di chi era posto alla propria sinistra. Questo modo di avanzare si rivelò estremamente dannoso per gli stessi opliti poiché permetteva ai nemici di accerchiarli sul fianco sinistro. Questa formazione fu tipica del mondo greco ed ellenistico. La falange greca era disposta su due file di opliti, armati con lance e spade.
La più antica raffigurazione di una formazione a falange si trova in una stele sumera, dove le truppe sembrano armate con lance, elmi e larghi scudi che coprivano tutto il corpo. Anche la fanteria egizia utilizzò questo tipo di tattica militare. Tuttavia, gli storici non sono riusciti ad accordarsi sul fatto se esista o meno una relazione tra la formazione greca e questi esempi precedenti. |
stemma 17:54 23.09.2007 |
Termine del giorno – Oplita.
In Grecia, oplita era il termine per indicare i soldati della fanteria pesante. La loro armatura (gr. panoplía) era costituita da un elmo, da una corazza pesante e da schinieri, tutti in bronzo, da una corta spada in ferro e da una lancia, e infine da uno scudo bronzeo rotondo, fornito di un passante centrale e di un'impugnatura lungo il bordo (antilabē): questo tipo di scudo, che consentiva una tenuta molto salda in posizione di difesa contro gli assalitori, costituì un'innovazione decisiva, e sembra da mettere in relazione con il sorgere della falange, formazione compatta di combattenti che con gli scudi si coprivano a vicenda. L'affermarsi degli opliti, il cui armamento era troppo costoso per le classi povere, coincise con il periodo di controllo dello stato da parte di un'aristocrazia più o meno ristretta e poi delle classi medie ormai in grado di procurarsi la panoplia. Nei secc. VII-VI a.C. gli opliti divennero la forza preponderante negli eserciti di Atene, di Sparta e di altre città greche, e si diffusero in Occidente sia nelle comunità della Magna Grecia, come Siracusa, sia (forse con la mediazione etrusca) a Roma, dove furono valorizzati politicamente nella metà del sec. VI con la costituzione centuriata di Servio Tullio. In seguito, con il decadere dei regimi aristocratici, gli opliti rimasero il corpo militare per eccellenza, nel quale venivano però arruolati, ormai a spese dello stato, anche cittadini delle classi meno abbienti. Tuttavia, pesanti nella manovra, essi furono superati prima dai macedoni, che avevano conciliato la falange oplitica con l'armatura più leggera dei peltasti, e infine dai romani, la cui tecnica militare si era evoluta dalla falange alla tattica manipolare, assai più agile e capace di manovre rapide. |
stemma 14:28 07.10.2007 |
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